Macchine utensili: una classificazione

La classificazione delle macchine utensili avviene in modo molto vario: a seconda dei criteri che vengono selezionati.

Questi ultimi possono cambiare in base al contesto e all’ambiente in cui la classificazione viene espletata: se le macchine utensili sono destinate alla vendita oppure valutate dagli addetti ai lavori.

Macchine utensili: qualche cenno

Importante, prima di operare una classificazione, è capire cosa intendiamo quando parliamo di macchine utensili.

Con questo termine, ci riferiamo a un particolare tipo di macchinari capaci di automatizzare operazioni pratiche in diversi ambienti di lavoro.

Potremmo dire che sono apparecchiature create, nel corso della storia, per arrivare dove l’abilità manuale non arriva: espandere la capacità manuale.

In maniera più tecnica, potremmo definirle come macchinari utilizzati per la trasformazione di materiali specifici -legno e metallo- secondo la forma, il modello e le dimensioni desiderate.

Questa lavorazione avviene per mezzo di attività meccanizzate e rimozione selettiva di materiale in sovrappiù mediante l’impiego di determinati strumenti.

Uno studio attento

Benché il ruolo dell’operatore continui a restare importante, possiamo parlare veramente di macchine utensili soltanto quando il movimento del macchinario non viene più indotto dall’attività umana, bensì da meccanismi che coordinano le operazioni in modo autonomo.

Un esempio può essere l’invenzione della stampa da parte di Gutenberg: per un libro non era più necessaria la paziente attività di scribi ed amanuensi, ma vi era un meccanismo autoregolato.

Possiamo identificare l’origine delle macchine utensili proprio laddove alcune operazioni meccaniche hanno reso superflua l’attività diretta dell’uomo.

Se è vero che possiamo vedere forme rudimentali di tornio già nella Grecia e nell’Egitto antico, queste erano ancora mosse dall’attività fisica dell’uomo; mentre, con l’invenzione della macchina a vapore, le macchine cominciarono a essere azionate con sistemi di alimentazione centralizzata.

Macchine utensili: vediamo prima come sono composte

Nella società di oggi, buona parte dei ritmi di produzione dipende essenzialmente dalle macchine utensili: ne rappresentano grosso modo il 40/60%.

Le macchine utensili hanno costituito, di fatto, la fortuna del settore meccanico e manifatturiero: sono impiegate principalmente nella lavorazione dei metalli.

Prima di vedere la classificazione, occorre dare uno sguardo alle componenti essenziali di una macchina utensile.

  • Bancale o incastellatura. Elemento fondamentale per la stabilità della macchina: funge da zavorra. Presenta un certa robustezza, essendo costituito da materiali come ghisa e acciaio elettro saldato. Questa robustezza fornisce particolare supporto anche in relazione a urti, flessioni e pressioni.

  • Motore elettrico. Altra componente importante della macchina utensili, dal momento che consente di convertire l’energia elettrica in energia meccanica. In base alla quantità di lavoro e alle operazioni da svolgere, è facile che una macchina utensile presenti un numero diverso di motori elettrici: di solito due, che lavorano a potenze diverse.

  • Testa motrice: è il cuore pulsante della macchina utensile. Grazie a vari elementi di trasmissione, permette di trasformare gli impulsi mandati dai motori elettrici e di modulare l’alimentazione secondo esigenze operative specifiche, diminuendo o aumentando ad esempio il numero di giri. Con la testa motrice è possibile controllare anche la rotazione del mandrino e designare la quantità di materiale da asportare dal pezzo.

  • Alberi di trasmissione: fondamentali elementi di connessione, consentono di trasmettere gli impulsi e la rotazione indotti dal motore alla testa motrice.

Per quanto riguarda le macchine utensili impiegate in grandi stabilimenti industriali, queste vengono connesse al sistema di alimentazione tramite cavi elettrici.

Il cablaggio è operato servendosi del sistema di bus, che si dimostra decisamente più pratico ed efficace, ma anche più oneroso rispetto a quello tradizionale; per questo viene spesso proposta una soluzione mista.

L'immagine di una macchina utensile che lavora il metallo, in un articolo sulla classificazione delle macchine utensili.

Diversi criteri

Venendo alla classificazione, capiamo quanto le macchine utensili siano apparecchiature complesse, composte da elementi che lavorano secondo sistemi meccanizzati, coordinati dall’alimentazione di un sistema centrale che traduce l’energia elettrica in energia meccanica.

Una prima classificazione, viene operata in senso tecnico e si basa proprio sui vari movimenti effettuati dalle macchine utensili durante la lavorazione:

In generale, i principali moti sono tre.

  • Moto dell’alimentazione, detto anche moto di avanzamento, che permette di operare su diversi elementi del pezzo. Il moto viene indotto dal motore elettrico all’albero della macchina utensile, servendosi di cinghie e rotazioni.

  • Moto di appostamento. Molto importante da un punto di vista operativo, poiché permette di quantificare il sovramateriale da asportare durante l’operazione di passaggio della macchina sul pezzo: la profondità di passata.

  • Moto di lavoro. In generale il movimento è eseguito dal pezzo in lavorazione che ruota attorno all’utensile, quando quest’ultimo resta immobile. Tuttavia, non sempre avviene in questo modo. Se col tornio parallelo, ad esempio, succede così; con la fresatrice e il trapano il movimento è invece effettuato dall’utensile.

Classificazione in base al moto lavoro

I vari tipi di moto lavoro sono il criterio fondamentale per la classificazione operata in ambito commerciale: più nello specifico dai produttori e fornitori di macchine utensili.

  • Moto rettilineo alternato: in questa categoria troviamo piallatrici, limatrici e stozzatrici.

  • Moto circolare uniforme: la fresalesatrice, il torno e il trapano.

  • Moto speciale: mola e brocciatrice

  • Moto circolare variabile: include tutte le macchine utensili escluse sinora.

Classificazione macchine utensili dagli addetti ai lavori

Accanto a questa, esiste una classificazione più rapida e intuitiva, basata su criteri pragmatici e operata principalmente da chi le macchine utensili le usa per lavorare.

  • A utensile mobile: il pezzo viene fissato sul banco da lavoro della macchina, mentre l’utensile si muove e ruota attorno a esso.

  • A pezzo mobile: qui l’utensile esegue soltanto un movimento longitudinale, mentre il pezzo viene fatto muovere attorno a esso.

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